La Riserva Naturale Regionale Grotta delle Farfalle è un luogo incantevole e magico, a due passi dal mare Adriatico. L’area protetta, istituita nel 2007, si trova nei pressi del Fosso Grande, a cavallo tra i comuni di Rocca San Giovanni e San Vito Chietino, in provincia di Chieti in Abruzzo.
L’area, che ha una superficie di 510 ettari, è sorta per tutelare un ecosistema ricco di biodiversità vegetale e animale. Alcuni torrenti scorrono tra la ricca vegetazione mentre i suoi fossi costituiscono un importante corridoio ecologico di bassa quota, dove gli animali possono transitare al sicuro. La zona è ricca di grotte naturali, dove partigiani e sfollati trovarono rifugio durante la seconda guerra mondiale.
Come raggiungere la Grotta delle Farfalle
L’ingresso alla riserva si trova in contrada Vallevò. Da qui un percorso ben segnalato ci conduce verso il Fosso e la Grotta delle Farfalle. Il sentiero L3 è sterrato, in alcuni tratti fangoso, ma sempre ben visibile sul suolo.
Alcune staccionate aiutano a seguire la giusta direzione, mentre dei ponticelli in legno permettono di attraversare i canali d’acqua. Il percorso si svolge all’interno del bosco, è lungo circa 900 metri ed ha un dislivello è di circa 50 metri.
Cliccando qui troverete il percorso su Wikiloc con le coordinate GPS. Il sentiero è turistico, anche se sono consigliate delle scarpe tecniche per la presenza di fango e rocce sul percorso. Per maggiori informazioni e visite guidate potete consultare il sito ufficiale della Riserva.
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Uno scrigno di biodiversità
L’area protetta è un vero e proprio scrigno di biodiversità. Addentrandosi all’interno del bosco sembra di essere catapultati in un altro mondo. La vegetazione è ricca, selvaggia e rigogliosa, complice anche l’alta umidità del luogo. Il bosco mediterraneo misto è a prevalenza di lecci, allori, cerri, farnie e sambuchi. Abbondante anche la popolazione arbustiva composta in prevalenza da ginestre, cisti e pungitopi.
Avvicinandosi alla Grotta delle Farfalle, si nota la presenza di piante igrofile e ripariali. La presenza massiccia di felci, licheni, Asplenium scolopendrium ed edera rendono questo luogo affascinante e fuori dal tempo.
Si ha la percezione di trovarsi in un’antichissima foresta pluviale preistorica, quando ancora i dinosauri camminavano tra la vegetazione. Con un pizzico di fantasia non stupirebbe vedere affacciarsi un brontosauro che con il suo lungo collo pasteggia con le foglie degli alberi alti come cattedrali.
Prestando attenzione ai particolari è bello accorgersi di quanto la bellezza si possa nascondere anche tra gli elementi più piccoli della natura. E accompagnati dal profumo inebriante dell’alloro misto all’humus umido, come non restare incantati dai ciclamini che colorano il sottobosco, dalla rugiada mattutina che bagna le foglie di edera o dalle piccole coccinelle che ravvivano l’ortica.
Osservando il sottobosco è possibile anche notare la presenza della piccola rana appenninica (Rana italica). Il minuscolo anfibio vive nei posti più umidi del bosco, dove l’acqua scorre lenta e placida.
Vederla salterellare tra le foglie e i sassi rallegra lo spirito e fa capire quanto sia importante preservare e tutelare questi luoghi ricchi di vita e bellezza.